Offrire un’idea esauriente del concetto di “violenza” è un compito molto complesso, ma possiamo affermare che esista una violenza giusta (quando ad esempio difendiamo un altro essere senziente dagli atti criminali di qualcuno) ed esista, molto più spesso, una violenza ingiustificabile.

Uccidere è violenza, far del male è violenza. Insultare, parlare male alle spalle, denigrare, usare l’ironia per ferire: sono tutte azioni violente. Potremmo definire un atto violento come “ogni atto a causa del quale qualcuno abbia a soffrire”. Sta a noi decidere se usare o no violenza, se quella sofferenza sia, o meno, evitabile.

Anche se abbandono dei rifiuti o se acquisto od utilizzo dei prodotti inquinanti sto comportandomi in modo violento. Che io non possa sentire il dolore degli animali o degli alberi che contribuirò ad uccidere, non fa alcuna differenza: ciò che compiremo verrà inscritto nella rete degli eventi, nella grande danza delle cause e degli effetti, fuori e dentro di noi. Il Karma.

Compiere un atto violento, se si tratta di un atto evitabile, è sempre sbagliato.

Crediamo che su questo punto possiamo essere tutti d’accordo.

Il Sangha di Tenryuzanji ha scelto di intraprendere una vita non violenta: un sentiero, non un punto di arrivo!

Modificare i nostri comportamenti è difficile, ma non è impossibile ed è parte integrante della nostra pratica: smettere di cibarci di esseri senzienti e di alimenti che provocano sofferenza, non acquistare abiti e calzature in pelle, utilizzare prodotti biodegradabili per la pulizia della casa, usare alternative alla plastica…

Giorno dopo giorno, proviamo, tutti insieme, a rendere il nostro passaggio su questo meraviglioso Pianeta Azzurro il più lieve possibile.

Buona pratica!
Nel Sangha

I Deshi del tempio Tenryuzanji